Adriano Virgili

Petros Eni? La Tomba di Pietro, gli studi di Margherita Guarducci e l’annosa questione delle reliquie vaticane

Petros Eni? La Tomba di Pietro, gli studi di Margherita Guarducci e l’annosa questione delle reliquie vaticane

L’incessante ricerca della tomba dell’Apostolo

Nel cuore della cristianità, sotto il monumentale baldacchino del Bernini e l’imponente cupola di Michelangelo, giace una dei siti archeologici più affascinanti e complessi su cui fede, storia e scienza si siano mai confrontate: la tomba dell’apostolo Pietro. La ricerca di questo sepolcro non è mai stata una mera caccia alle reliquie; essa tocca le fondamenta stesse della Chiesa Cattolica, la cui tradizione poggia sulla presenza, il martirio e la sepoltura a Roma del suo primo Papa, il pescatore di Galilea a cui Cristo affidò la guida della sua Chiesa. Per secoli, questa tradizione è stata un articolo di fede, corroborato da fonti letterarie antiche ma privo di una prova materiale inconfutabile.

Questo articolo si propone di analizzare il percorso che ha trasformato la tradizione in una realtà archeologica, concentrandosi in particolare sugli scavi del XX secolo. Si esaminerà la tensione fondamentale che definisce l’intera vicenda: da un lato, la potente conferma archeologica del luogo di sepoltura venerato fin dai primi secoli; dall’altro, la persistente e profonda incertezza che avvolge l’identità delle ossa specifiche attribuite all’Apostolo. Continue reading →

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Ospitare lo spirito: una rilettura antropologica della possessione nel cristianesimo antico. Recensione a “Having the Spirit of Christ” di Giovanni B. Bazzana

Ospitare lo spirito: una rilettura antropologica della possessione nel cristianesimo antico. Recensione a “Having the Spirit of Christ” di Giovanni B. Bazzana

Introduzione: oltre la metafora e l’imbarazzo

Il volume di Giovanni B. Bazzana, Having the Spirit of Christ: Spirit Possession and Exorcism in the Early Christ Groups, pubblicato da Yale University Press, si inserisce nel dibattito accademico con la forza di un intervento metodologico tanto necessario quanto radicale. L’opera affronta un tema che la ricerca neotestamentaria ha a lungo trattato con un palpabile “imbarazzo”: la possessione spiritica e l’esorcismo. Bazzana sostiene che la difficoltà non risiede nella scarsità di dati testuali — i Vangeli e le lettere paoline ne sono pervase — ma in un blocco epistemologico radicato nelle ontologie moderne e occidentali che hanno plasmato la disciplina. Partendo da un aneddoto contemporaneo, quello di una donna che cade in trance davanti alla Sindone di Torino, l’autore illustra come ancora oggi la possessione venga esotizzata, medicalizzata o ridotta a spettacolo, perpetuando un fraintendimento che ha profonde radici accademiche. (pp. 1-4)

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Un ritorno a casa razionale: una recensione di “The Unexpected Way” di Paul Williams

Un ritorno a casa razionale: una recensione di “The Unexpected Way” di Paul Williams

Il significato di una conversione controcorrente

In un’epoca in cui la traiettoria spirituale occidentale sembra spesso muoversi dal cristianesimo nominale o dal secolarismo verso le religioni orientali, un’opera che tratta di un caso che inverte radicalmente questa tendenza merita un’attenzione particolare.

The Unexpected Way: On Converting from Buddhism to Catholicism di Paul Williams non è semplicemente un racconto di conversione; è una testimonianza intellettuale e spirituale di eccezionale importanza, proveniente da una fonte di ineguagliabile credibilità. L’autore, Paul Williams, non è un neofita del pensiero buddista, ma un’autorità accademica di fama mondiale. Come Professore Emerito di Filosofia Indiana e Tibetana presso l’Università di Bristol, ex direttore del Dipartimento di Teologia e Studi Religiosi, ex direttore del Centro per gli Studi Buddisti e passato presidente dell’Associazione Britannica per gli Studi Buddisti, la sua competenza è indiscutibile. La sua opera Mahayana Buddhism: The Doctrinal Foundations è considerata un testo di riferimento nel campo, a testimonianza della sua profonda e simpatetica comprensione della tradizione che ha poi lasciato.

Questo libro trascende il genere della semplice narrazione di conversione per diventare una formidabile opera di autobiografia intellettuale e un avvincente saggio di apologetica. Esso argomenta con forza la superiorità razionale della fede cattolica rispetto a quella buddista. La potenza del libro risiede nella sua fusione unica di argomentazione filosofica rigorosa, onestà personale disarmante e profonda intuizione spirituale, che lo rendono un “classico moderno della spiritualità cattolica” e un potenziale “punto di svolta nel dialogo tra buddismo e cristianesimo”. Il suo significato primario deriva dalla sua natura di “critica dall’interno”. A differenza delle polemiche scritte da esterni, l’analisi di Williams di quelle che a suo avviso sono le carenze filosofiche ed esistenziali del buddismo ha un peso immenso proprio perché proviene da uno dei più rispettati interpreti occidentali e da un devoto praticante della tradizione che ha abbandonato. Ciò costringe a un confronto più serio sia i buddisti che i cristiani, sfidando entrambe le tradizioni a “verificare la coerenza delle proprie convinzioni intellettuali e morali” ed elevando il libro da semplice storia personale a evento significativo nel discorso interreligioso.

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L’equivoco del deserto: una rilettura dell’ascetismo di Giovanni Battista

L’equivoco del deserto: una rilettura dell’ascetismo di Giovanni Battista

La figura di Giovanni Battista, così come si è sedimentata nell’immaginario collettivo e in secoli di iconografia, è quella di un uomo ai margini, un asceta irsuto e solitario la cui esistenza si consuma in un deserto aspro e inospitale. L’enfasi posta sulla sua dieta eccentrica, locuste e miele selvatico, e sul suo abbigliamento primitivo, una veste di peli di cammello e una cintura di pelle, ha contribuito a plasmare l’immagine di un personaggio quasi ferino, un eremita che ha reciso i legami con la società per abbracciare una vita di isolamento radicale. Questa rappresentazione, per quanto potente e suggestiva, si sgretola di fronte a un’analisi rigorosa delle fonti evangeliche e alle conclusioni della storiografia moderna. Studiosi come Federico Adinolfi, Adriana Destro, Mauro Pesce, Joan E. Taylor e Edmondo Lupieri, tra gli altri, hanno operato una profonda revisione di questa immagine stereotipata, restituendoci un profilo del Battista ben più complesso, strategicamente inserito nel suo contesto storico-geografico e a capo di un movimento religioso autonomo, organizzato e influente. Lungi dall’essere un fuggitivo dal mondo, Giovanni era un predicatore che al mondo si rivolgeva con straordinaria efficacia. Per comprendere appieno la portata della sua missione, è necessario decostruire i tre pilastri dell’equivoco – il deserto, la solitudine e la dieta – e rimettere a fuoco il suo rapporto originario con Gesù di Nazaret, spogliandolo delle successive riletture teologiche.

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Recensione di “Is St. Thomas’s Aristotelian Philosophy of Nature Obsolete?” di Robert C. Koons: una magistrale e necessaria rifondazione della filosofia della natura

Recensione di “Is St. Thomas’s Aristotelian Philosophy of Nature Obsolete?” di Robert C. Koons: una magistrale e necessaria rifondazione della filosofia della natura

In un panorama intellettuale spesso dominato da un riduzionismo scientista che sembra aver relegato la metafisica classica a un mero reperto archeologico del pensiero, l’opera di Robert C. Koons, “Is St. Thomas’s Aristotelian Philosophy of Nature Obsolete?”, emerge con la forza di un vero e proprio manifesto filosofico. Questo volume, pubblicato da St. Augustine’s Press nel 2022, non è semplicemente una difesa nostalgica di un sistema di pensiero superato; è un’argomentazione audace, rigorosa e straordinariamente aggiornata che si propone di dimostrare non solo la pertinenza, ma la necessità di una filosofia della natura neo-aristotelica per comprendere le scoperte più profonde della scienza contemporanea, in particolare della meccanica quantistica. L’opera di Koons è un contributo monumentale, destinato a diventare un punto di riferimento imprescindibile per chiunque desideri esplorare il dialogo tra scienza, filosofia e teologia nel ventunesimo secolo. La sua tesi centrale è tanto sorprendente quanto potentemente argomentata: la rivoluzione quantistica, lungi dall’aver inferto il colpo di grazia alla filosofia aristotelico-tomista, ne rappresenta, di fatto, una straordinaria e inattesa rivincita.

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Fede e ragione. Cronache di un ritorno a casa intellettuale

Fede e ragione. Cronache di un ritorno a casa intellettuale

Introduzione: la filosofia come anticamera della fede

In un panorama accademico in cui, specialmente nei dipartimenti di filosofia, l’ateismo, il naturalismo e il fisicalismo rappresentano le correnti di pensiero dominanti, la pubblicazione di un’opera come Faith and Reason: Philosophers Explain Their Turn to Catholicism costituisce un evento di notevole interesse intellettuale. Il testo in esame, curato da Brian Besong e Jonathan Fuqua, non è una semplice raccolta di testimonianze di fede, ma un’articolata esplorazione del percorso che ha condotto dieci filosofi professionisti, formati al rigore della logica e dell’argomentazione, ad abbracciare la fede cattolica. Il contesto, come sottolineato da Besong nella sua introduzione, rende queste conversioni tutt’altro che aneddotiche; esse emergono come il punto d’arrivo di un’intensa e spesso sofferta ricerca della verità in un ambiente intellettuale prevalentemente ostile alla religione.

Il volume si apre con una prefazione di Francis J. Beckwith che inquadra magistralmente la natura stessa della conversione. Lungi dall’essere un atto di volontà istantaneo o un “salto nel buio”, il cambiamento di convinzioni profonde è descritto come un processo lento e graduale, un susseguirsi di “piccoli e apparentemente insignificanti cambiamenti” che portano a un “aggiustamento intellettuale”. Questo cammino, pur essendo eminentemente razionale, è percepito dai protagonisti non come un monologo della ragione, ma come un dialogo in cui la ricerca umana della verità si intreccia con l’iniziativa di quella che chiamano una “speciale grazia divina”. La toccante storia personale di Beckwith, legata alla malattia del padre e alla scoperta di una medaglia di sant’Antonio che questi portava segretamente con sé, funge da paradigma di questa misteriosa interazione tra l’ordinario e lo straordinario, tra l’evento casuale e il segno provvidenziale.

Questo articolo si propone di analizzare come, per gli autori del volume, il rigoroso esercizio della ragione filosofica, lungi dal condurre allo scetticismo o alla negazione, sia diventato il principale veicolo del loro cammino verso la fede cattolica. Si esploreranno sia i percorsi “negativi”, caratterizzati dal crollo di visioni del mondo alternative come il materialismo e il protestantesimo, sia i percorsi “positivi”, segnati da una crescente attrazione per la coerenza, la bellezza e il potere esplicativo del cattolicesimo.

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