Il Dio pre-digerito: Analisi critica de “Il Dio dei nostri padri” di Aldo Cazzullo

Il Dio pre-digerito: Analisi critica de “Il Dio dei nostri padri” di Aldo Cazzullo

Introduzione: “Un godimento dell’anima” o un’anestesia della complessità?

L’operazione editoriale di Aldo Cazzullo, Il Dio dei nostri padri, si presenta al lettore con una dichiarazione programmatica tanto onesta quanto rivelatrice. Nata da un’esperienza profondamente personale – la veglia al capezzale del padre morente – la rilettura della Bibbia da parte dell’autore non si configura come un percorso di fede ritrovata, ma come un’avventura estetica e intellettuale. Cazzullo lo ammette con candore: “mentirei se dicessi che la lettura della Bibbia mi ha riavvicinato alla fede”, poiché il testo sacro gli è apparso “innanzitutto un capolavoro letterario, una grande storia, un formidabile romanzo”. Egli si posiziona esplicitamente al di fuori del dibattito accademico, affermando: “non sono un biblista, e non è di questo che voglio parlarvi”. Il suo patto con il lettore è chiaro: l’obiettivo è ripercorrere “la trama”, cogliere “il sugo di tutta la storia” per un “godimento dell’anima e della mente”. Continue reading →

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Il senatoconsulto di Tiberio su Cristo: analisi di una controversia tra storia e apologetica

Il senatoconsulto di Tiberio su Cristo: analisi di una controversia tra storia e apologetica

Introduzione

Tra gli episodi più enigmatici e dibattuti nei rapporti tra il nascente cristianesimo e l’Impero Romano, spicca la narrazione contenuta nel capitolo 5 dell’Apologeticum di Tertulliano. Scritta intorno al 197, l’opera riporta che l’imperatore Tiberio, informato da un rapporto di Ponzio Pilato sugli eventi miracolosi legati a Cristo in Palestina, avrebbe proposto al Senato di riconoscere ufficialmente la divinità di Gesù e di ammetterne il culto a Roma. Secondo il racconto, il Senato respinse la proposta, geloso della propria prerogativa di approvare nuove divinità, stabilendo così, secondo Tertulliano, il fondamento giuridico per la successiva illegalità del cristianesimo. Continue reading →

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Il corpo conteso: una recensione di “The Corinthian Body” di Dale B. Martin

Il corpo conteso: una recensione di “The Corinthian Body” di Dale B. Martin

Introduzione: svelare il corpo corinzio

Nel panorama degli studi paolini, poche opere hanno avuto l’impatto trasformativo di The Corinthian Body di Dale B. Martin. Pubblicato nel 1995, questo volume rappresenta una pietra miliare, un’indagine che ha ridefinito radicalmente il quadro interpretativo della Prima Lettera ai Corinzi. Con un’erudizione che attinge con pari maestria all’esegesi neotestamentaria, ai testi medici e filosofici greco-romani, alla teoria sociale e alla critica ideologica, Martin svela la logica nascosta dietro i conflitti che animavano la chiesa di Corinto (p. xii). L’autore riesce in un’impresa tanto audace quanto illuminante: decodificare le dispute corinzie attraverso la lente centrale e unificante del corpo umano (p. xi).

La tesi centrale del libro, esposta con vigore e sostenuta da un’analisi meticolosa, è che i vari disaccordi teologici, etici e sociali tra Paolo e le diverse fazioni della comunità non erano questioni disparate, ma manifestazioni superficiali di un conflitto più fondamentale: uno scontro tra costruzioni ideologiche concorrenti del corpo (p. xv). Martin identifica due modelli corporei principali in competizione. Da un lato, il corpo gerarchico dei “Forti”, i membri più istruiti e di status socioeconomico elevato, che vedevano il corpo come un microcosmo splendidamente equilibrato dell’universo. Dall’altro, il corpo permeabile e vulnerabile alla contaminazione, una visione condivisa da Paolo e dai “Deboli”, i membri di status inferiore della comunità (p. xv).

Questa recensione seguirà la struttura bipartita del libro di Martin, esplorando prima le implicazioni della gerarchia e poi quelle dell’inquinamento, per dimostrare come questa chiave di lettura offra una spiegazione piuttosto interessante per le molteplici tensioni che affiorano dalla Prima Lettera ai Corinzi. Continue reading →

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Storia o polemica? Analisi critica di “Nel nome della croce” di Catherine Nixey

Storia o polemica? Analisi critica di “Nel nome della croce” di Catherine Nixey

La figlia di Gibbon e il ritorno della polemica illuminista

Poche opere di storia antica hanno recentemente suscitato un dibattito pubblico così acceso come Nel nome della croce di Catherine Nixey (titolo originale: The Darkening Age), pubblicato in Italia dall’editrice Bollati Boringhieri di Torino. Salutato come un fenomeno editoriale internazionale e descritto con ammirazione per la sua prosa avvincente e la sua forza polemica — un recensore lo ha definito una “freccia di balista” — il libro si propone di rovesciare la narrazione tradizionale sulla transizione dalla Tarda Antichità al Medioevo. La tesi centrale di Nixey, esposta con chiarezza fin dalle prime pagine, è che il cosiddetto “trionfo” del cristianesimo non fu una conversione pacifica o un’evoluzione spirituale, ma una deliberata e sistematica distruzione della cultura, dell’arte e della filosofia del mondo classico da parte di un monoteismo intrinsecamente violento e intollerante. L’autrice dichiara esplicitamente di voler raccontare la storia dal punto di vista degli “sconfitti” , dando voce a coloro che furono travolti dall’avanzata della nuova fede. Continue reading →

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Ponte Sant’Angelo: il palcoscenico di pietra sul Tevere

Ponte Sant’Angelo: il palcoscenico di pietra sul Tevere

A Roma, dove ogni pietra ha una storia da raccontare, pochi luoghi riescono a condensare la complessità e la grandiosità della storia della città come Ponte Sant’Angelo. Non è un semplice attraversamento, né un mero manufatto di ingegneria; è un palcoscenico di marmo che da quasi duemila anni riflette le glorie, le tragedie, la fede e l’arte della Città Eterna. Nato come accesso monumentale a una tomba imperiale, trasformatosi in via di pellegrinaggio e macabro monito, e infine sublimato in un’eterea processione di angeli barocchi, il ponte è un libro di storia a cielo aperto. La sua vicenda architettonica e artistica è un viaggio che ci conduce dal rigore ingegneristico degli antichi romani alla teatralità spirituale del Barocco, unendo indissolubilmente il potere temporale degli imperatori a quello spirituale dei papi, il tutto sotto lo sguardo silente delle ali di marmo che lo adornano. Continue reading →

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“The Modeling of Nature: Philosophy of Science and Philosophy of Nature in Synthesis” di William A. Wallace. Una breve recensione

“The Modeling of Nature: Philosophy of Science and Philosophy of Nature in Synthesis” di William A. Wallace. Una breve recensione

Titolo: The Modeling of Nature: Philosophy of Science and Philosophy of Nature in Synthesis Autore: William A. Wallace Editore: The Catholic University of America Press Anno: 1996

Introduzione: un progetto audace di sintesi

In un panorama intellettuale in cui la filosofia della scienza del XX secolo sembrava aver scavato un solco incolmabile tra sé e le sue radici classiche e medievali, l’opera del 1996 di William A. Wallace, The Modeling of Nature, si erge come un monumento di rara ambizione e profonda erudizione. Non si tratta semplicemente di un’analisi storica o di una critica delle correnti dominanti, ma di un poderoso tentativo di ricostruzione. L’obiettivo dichiarato da Wallace, esplicitato fin dal sottotitolo, è niente meno che la reintegrazione di due discipline che la modernità ha progressivamente allontanato: la filosofia della scienza e la filosofia della natura. Nella sua prefazione, Wallace attribuisce l’intuizione di base ad Aristotele, il “Padre della Scienza Occidentale”, secondo cui la mente umana è capace di trascendere i limiti dei sensi e di cogliere le “nature” delle cose. Per riuscirci, la mente ragiona da ciò che è più noto a ciò che è meno noto, spesso impiegando, come afferma Wallace, “tecniche di modellizzazione per penetrare i segreti della natura”, un’idea che egli collega direttamente al ragionamento aristotelico per analogia.

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