Introduzione: svelare il corpo corinzio
Nel panorama degli studi paolini, poche opere hanno avuto l’impatto trasformativo di The Corinthian Body di Dale B. Martin. Pubblicato nel 1995, questo volume rappresenta una pietra miliare, un’indagine che ha ridefinito radicalmente il quadro interpretativo della Prima Lettera ai Corinzi. Con un’erudizione che attinge con pari maestria all’esegesi neotestamentaria, ai testi medici e filosofici greco-romani, alla teoria sociale e alla critica ideologica, Martin svela la logica nascosta dietro i conflitti che animavano la chiesa di Corinto (p. xii). L’autore riesce in un’impresa tanto audace quanto illuminante: decodificare le dispute corinzie attraverso la lente centrale e unificante del corpo umano (p. xi).
La tesi centrale del libro, esposta con vigore e sostenuta da un’analisi meticolosa, è che i vari disaccordi teologici, etici e sociali tra Paolo e le diverse fazioni della comunità non erano questioni disparate, ma manifestazioni superficiali di un conflitto più fondamentale: uno scontro tra costruzioni ideologiche concorrenti del corpo (p. xv). Martin identifica due modelli corporei principali in competizione. Da un lato, il corpo gerarchico dei “Forti”, i membri più istruiti e di status socioeconomico elevato, che vedevano il corpo come un microcosmo splendidamente equilibrato dell’universo. Dall’altro, il corpo permeabile e vulnerabile alla contaminazione, una visione condivisa da Paolo e dai “Deboli”, i membri di status inferiore della comunità (p. xv).
Questa recensione seguirà la struttura bipartita del libro di Martin, esplorando prima le implicazioni della gerarchia e poi quelle dell’inquinamento, per dimostrare come questa chiave di lettura offra una spiegazione piuttosto interessante per le molteplici tensioni che affiorano dalla Prima Lettera ai Corinzi. Continue reading →
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