Esegesi biblica

Obbedienza, violenza e redenzione: una disamina della ricezione di Genesi 22 nell’analisi di Laura Carnevale

Obbedienza, violenza e redenzione: una disamina della ricezione di Genesi 22 nell’analisi di Laura Carnevale

Introduzione: un’indagine sulla ricezione di un racconto violento

Nel panorama degli studi sulla storia del cristianesimo e del giudaismo antico, il volume di Laura Carnevale, Obbedienza di Abramo e sacrificio di Isacco: La ricezione di un racconto violento tra giudaismo e cristianesimo antico (Il pozzo di Giacobbe, 2020), si presenta come un contributo di notevole interesse. L’opera si inserisce nel solco della Überlieferungsgeschichte, o storia della ricezione, un approccio storiografico che indaga le trasformazioni di un testo attraverso le sue letture e interpretazioni nel tempo (p. 12). L’oggetto di questa meticolosa indagine è il ventiduesimo capitolo del libro della Genesi, una narrazione che l’autrice definisce fin da subito “intensa e inquietante nella sua violenta solennità” (p. 9). Continue reading →

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“Antico Testamento” di Thomas Römer, una recensione

“Antico Testamento” di Thomas Römer, una recensione

Introduzione: Un approccio storico alla Bibbia ebraica

L’opera Antico Testamento di Thomas Römer, curata per l’edizione italiana (Claudiana 2025) da Daniele Garrone, si propone come una densa e rigorosa introduzione storica alla Bibbia ebraica. Fin dalla prefazione, l’autore chiarisce il proprio intento: esplorare il contenuto di quella che definisce una “biblioteca” , analizzando le modalità di compilazione e canonizzazione dei suoi vari libri e inserendoli nel loro contesto storico, un arco temporale che si estende per oltre un millennio. L’approccio dichiarato è quello di rendere il testo accessibile a un pubblico vasto, invitando i lettori a consultare direttamente una Bibbia per seguire gli sviluppi presentati. Continue reading →

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«Babilonia» nella Prima lettera di Pietro: un’analisi storico-esegetica dell’identificazione con Roma

«Babilonia» nella Prima lettera di Pietro: un’analisi storico-esegetica dell’identificazione con Roma

Introduzione: un enigma geografico e il suo peso storico

Alla chiusura di uno degli scritti più pastoralmente intensi del Nuovo Testamento, la Prima lettera di Pietro, si trova un saluto apparentemente semplice che ha però costituito per secoli un complesso enigma esegetico: «Vi saluta la comunità che è in Babilonia, eletta come voi, e Marco, mio figlio» (1 Pt 5,13). Questa singola menzione di “Babilonia” come luogo di origine della lettera ha polarizzato la discussione accademica, dando vita a due principali filoni interpretativi. Il primo, letteralista, suggerisce che l’autore si trovasse effettivamente nella Babilonia storica in Mesopotamia, o in un omonimo avamposto militare in Egitto. Il secondo, simbolico, sostiene che “Babilonia” sia un criptonimo, un nome in codice per la città di Roma, capitale dell’Impero.

Sebbene l’opzione letterale non sia priva di una sua logica superficiale, essa si scontra con una quasi totale assenza di prove a supporto. Al contrario, un’analisi approfondita basata sulla convergenza di indizi provenienti da discipline diverse – la storiografia patristica, l’esegesi letteraria, l’analisi del linguaggio simbolico dell’epoca e la ricostruzione storica – ha portato la schiacciante maggioranza dei ricercatori moderni a identificare con un alto grado di certezza la Babilonia petrina con la capitale dell’Impero. Questo articolo si propone di esplorare in modo succinto le ragioni di tale consenso, dimostrando come l’ipotesi romana non sia semplicemente la più probabile, ma l’unica in grado di rendere conto in modo coerente di tutti i dati a nostra disposizione. A complicare e, al contempo, arricchire il quadro, si aggiunge la fondamentale questione dell’autenticità della lettera: fu davvero l’apostolo Pietro a scriverla, o si tratta di un’opera pseudepigrafa? Come vedremo, questa domanda, lungi dal rendere la questione irrisolvibile, getta una luce ulteriore e decisiva sull’enigma di “Babilonia”.

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