Storia delle religioni

Il miracolo sotto lo sguardo dello storico: Un’analisi a partire dall’agnosticismo metodologico

Il miracolo sotto lo sguardo dello storico: Un’analisi a partire dall’agnosticismo metodologico

Introduzione: Il dilemma dello storico di fronte al miracoloso

Il cuore del cristianesimo è un paradosso per lo storico. Le fonti fondanti di questa religione, i Vangeli, si presentano come biografie di una figura storica, Gesù di Nazaret, eppure le loro narrazioni sono intrise di resoconti di eventi che sfidano le normali categorie della spiegazione storica: guarigioni istantanee, esorcismi, controllo sulle forze della natura e persino la risurrezione dai morti. Questo intreccio inestricabile tra il resoconto storico e l’affermazione miracolosa crea una profonda crisi metodologica. Come può lo storico, il cui mestiere si fonda sull’analisi di cause ed effetti all’interno di un quadro di intelligibilità umana, affrontare testi che postulano costantemente l’irruzione del trascendente? La tentazione è duplice e speculare: da un lato, l’accettazione fideistica che pone le narrazioni al di fuori del vaglio critico; dall’altro, il rigetto aprioristico che le liquida come pure invenzioni, perdendo così l’opportunità di comprendere il fenomeno storico nella sua complessità. Continue reading →

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Due dèi in cielo: un contributo di Peter Schäfer

Due dèi in cielo: un contributo di Peter Schäfer

Introduzione: sfidare il monoteismo, ridisegnare le origini

Nel suo magistrale e provocatorio studio, Two Gods in Heaven: Jewish Concepts of God in Antiquity, Peter Schäfer, uno dei massimi studiosi del giudaismo antico, si assume il compito monumentale di smantellare uno dei pilastri della teologia e della credenza popolare occidentale. Il punto di partenza dell’opera è la decostruzione di quello che Schäfer definisce un “cliché popolare” (p. 1): l’assunto che il giudaismo sia la religione monoteista per eccellenza, un baluardo di fede nell’unico Dio che si contrappone storicamente al politeismo pagano e, successivamente, alla complessità trinitaria del cristianesimo. Con meticolosa erudizione testuale e acume storiografico, Schäfer dimostra come questo quadro idealizzato “non regge a una revisione storica” (p. 1). Continue reading →

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La scoperta di Dio secondo Rodney Stark

La scoperta di Dio secondo Rodney Stark

Introduzione. Rivelazione ed evoluzione culturale

Rodney Stark (1934-2022), sociologo della religione presso la Baylor University, si è affermato nel panorama accademico come una figura intellettuale tanto influente quanto provocatoria. Noto per la sua critica sistematica alle teorie della secolarizzazione e per l’applicazione di modelli di mercato allo studio dei fenomeni religiosi, con La Scoperta di Dio: L’origine delle grandi religioni e l’evoluzione della fede, si è lanciato in quella che è stata la sua impresa scientifica più ambiziosa: una rilettura completa della storia religiosa dell’umanità. La tesi centrale, esposta fin dalle prime pagine del volume, si pone in netto contrasto con il pensiero accademico dominante. Per Stark, la storia delle religioni non è la cronaca di un’invenzione umana, ma una progressiva e faticosa “scoperta di Dio” (p. 10). L’opera si configura come una sfida diretta all'”ateismo militante” di biologi e psicologi evolutivi come Richard Dawkins, i quali riducono la fede a una mera “illusione” nata dalla paura e sostenuta dall’ignoranza (p. 7). Il testo si presenta dunque come una storia interpretativa delle origini delle grandi religioni, un’analisi dell’evoluzione della concezione umana di Dio che, nell’ottica dell’autore, equivale a una scoperta, a patto di assumere l’esistenza stessa di Dio (p. 10). Continue reading →

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Il Dio pre-digerito: Analisi critica de “Il Dio dei nostri padri” di Aldo Cazzullo

Il Dio pre-digerito: Analisi critica de “Il Dio dei nostri padri” di Aldo Cazzullo

Introduzione: “Un godimento dell’anima” o un’anestesia della complessità?

L’operazione editoriale di Aldo Cazzullo, Il Dio dei nostri padri, si presenta al lettore con una dichiarazione programmatica tanto onesta quanto rivelatrice. Nata da un’esperienza profondamente personale – la veglia al capezzale del padre morente – la rilettura della Bibbia da parte dell’autore non si configura come un percorso di fede ritrovata, ma come un’avventura estetica e intellettuale. Cazzullo lo ammette con candore: “mentirei se dicessi che la lettura della Bibbia mi ha riavvicinato alla fede”, poiché il testo sacro gli è apparso “innanzitutto un capolavoro letterario, una grande storia, un formidabile romanzo”. Egli si posiziona esplicitamente al di fuori del dibattito accademico, affermando: “non sono un biblista, e non è di questo che voglio parlarvi”. Il suo patto con il lettore è chiaro: l’obiettivo è ripercorrere “la trama”, cogliere “il sugo di tutta la storia” per un “godimento dell’anima e della mente”. Continue reading →

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Il Battista e l’Architetto: un’analisi della venerazione massonica di San Giovanni e del conflitto secolare con la Chiesa cattolica

Il Battista e l’Architetto: un’analisi della venerazione massonica di San Giovanni e del conflitto secolare con la Chiesa cattolica


La fondazione del 1717: una convergenza di data, simbolo e intento

La nascita della massoneria moderna: la taverna “Goose and Gridiron”

L’atto che segna la nascita della massoneria moderna, o “speculativa”, ebbe luogo a Londra il 24 giugno 1717, giorno della festa di San Giovanni Battista. In quella data, quattro logge preesistenti di Londra e Westminster si riunirono presso la taverna “Goose and Gridiron” (L’Oca e la Graticola), situata nel sagrato della Cattedrale di St. Paul, e decisero di costituirsi in una nuova entità centralizzata: la Gran Loggia di Londra e Westminster. Questa organizzazione, nota informalmente come Premier Grand Lodge o “Gran Loggia dei Moderni”, rappresenta il germe da cui si svilupperà la massoneria istituzionale come la conosciamo oggi.

È fondamentale comprendere che questo evento non fu una creazione ex nihilo. Le logge esistevano da tempo, discendendo dalle antiche corporazioni di mestiere dei muratori e scalpellini medievali, la cosiddetta massoneria “operativa”. La novità del 1717 fu la formalizzazione di un processo di transizione già in atto: il passaggio da un’associazione di artigiani a una società filosofica e iniziatica, “speculativa” appunto, che accoglieva uomini non più legati al mestiere della costruzione ma interessati a un percorso di perfezionamento morale e intellettuale. Questo nuovo organismo abbracciò con entusiasmo gli ideali che stavano fiorendo nel clima dell’Illuminismo, come la libertà di pensiero, la tolleranza religiosa e la fratellanza universale.

La rapida crescita e l’elevazione del profilo della nuova Gran Loggia furono guidate da figure di notevole spessore intellettuale e sociale. Dopo i primi Gran Maestri di estrazione borghese come Anthony Sayer e George Payne, la guida passò a uomini come John Theophilus Desaguliers, un ecclesiastico anglicano e illustre scienziato, membro della prestigiosa Royal Society. Fu sotto il suo impulso che il pastore presbiteriano James Anderson venne incaricato di redigere le Constitutions of the Free-Masons, pubblicate nel 1723. Questo documento è di capitale importanza: sostituì le antiche regole manoscritte delle corporazioni operative con un corpo di leggi stampato e accessibile, che codificava i principi, i doveri (Charges) e i regolamenti della nuova massoneria speculativa, omettendo volutamente solo i rituali segreti. Le Costituzioni di Anderson posero le basi filosofiche per una fratellanza in cui uomini di diverse convinzioni potessero incontrarsi in armonia, ponendo l’accento sulla morale universale piuttosto che sui dogmi religiosi specifici.

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